(immagine dal web)
E’ sera, abbiamo appena finito di cenare…
Dalla porta giunge un bussare leggero…timido…
Mi avvicino e apro, lasciando la porta socchiusa, chè sennò mi scappano i gatti…
Mio figlio gioca sul divano… ho messo i piatti nel lavello e devo rigovernare…
E’ un ragazzetto biondo, esile, di 10 anni, uno dei bimbi delle case vicine, in questo borghetto affacciato su una stradina stretta, senza sfondo.
La voce è bassa…conferma la timidezza delle nocche che battevano sulla porta poco prima…
“Può venire Elio a giocare?” mi chiede abbassando lo sguardo…
Io rispondo che “sì, può venire”…ma devo rigovernare…mi giro…chiedo a Elio se vuole andare a giocare con i bimbi nella strada, e lui molla il tablet, alza le braccia e grida felice “Sììììììì!!!”
Mi arrendo… chiudo l’acqua, porto fuori mio figlio…e c’è il biondino esile, la bimbetta dallo sguardo furbo della dirimpettaia, un paio di ragazzi più grandi, il figlio grassottello e pestifero della signora della casa in fondo…e una palla…
Mi abbasso, guardo Elio negli occhi e con l’indice puntato al naso lo istruisco: “Stai insieme ai ragazzi più grandi, io sono dentro, devo rigovernare, ma sento la tua voce e non voglio che ti allontani…capito?”
Lui, guardando la palla mi risponde con la testa…Avvicino il dito…e allora si affretta a dire sbiascicando e già scattando verso la palla “Sì mamma! Ho capito…”
Ci sono due anziane signore che frescheggiano di fronte alla porta della casa vicina. Mi avvicino a loro e chiedo: “Me lo tenete d’occhio per qualche minuto? Rientro in casa, ho messo l’acqua, devo rigovernare…”
“Certo, vai! Te lo guardiamo noi!” Mi rispondono.
Rientro…l’orecchio teso…che non perde un decibel della voce di mio figlio…ha solo 5 anni ed è insieme a un 4, un 10, un altro 10 e a un paio di 12-13 massimo…
Ma sono felice da una parte…che fortuna che possa giocare in strada, come ai vecchi tempi…come ho fatto io!
La palla rimbalza…batte sulle macchine parcheggiate, ma nessuno se ne cura…e loro giocano, gridano, ridono…
Ragazzi, quanta bellezza i bambini che giocano…
Dall’altra mi rendo conto che il mio cucciolo sta crescendo…e lentamente ‘devo’ perderlo di vista…e un pò me ne dispiace…è la concretizzazione del tempo che passa e lo rende grande…
Rimane il mio orecchio teso…rimarrà sempre…
Che mamma! Tenerissima… Abbracci, cara A.
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Prima di passare in un appartamento abbiamo abitato in una casa singola, in una via chiusa molto tranquilla. Le mie figlie erano piccole allora, ma passavano i pomeriggi fra casa nostra e le due dei vicini (cancelli aperti in permanenza) e la strada, con quattro amiche diventate praticamente sorelle. Penso che non se lo dimenticheranno mai. Buona giornata Alice!
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Grazie di esser passata di qua! Un abbraccio!
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…un pallone senza touchpad? Battuta a parte, dovrebbe sempre essere così. Socializzare, divertirsi.
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Lo facevamo noi… ed è bello che lo possa fare anche mio figlio…mi fa stare bene l’idea… Ti abbraccio!
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E’ vero è giusto lo possano fare anche gli attuali bambini… E’ davvero una fortuna.
Notte a te\voi
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Credo che tu non abbia bisogno di molto altro per essere felice… 🙂 Un abbraccio
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Hai proprio ragione!!!! Un abbraccio!!!
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Talmente semplice… dovrebbe essere la normalità invece mi hai fatto commuovere! 🙂
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Non volevo farti piangere…ma sì, hai ragione, dovrebbe essere la normalità, e sono felice di poterla offrire a mio figlio… Ti abbraccio!
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Il mio orecchio rimarrà teso, sempre… racchiude tutto il senso di essere una madre, di essere un genitore. Bisogna perderli di vista, ma si imparano ad usare altri sensi per sentirli! Un abbraccio
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Grazie cara del tuo commento… Un abbraccio!
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Un abbraccio anche a te e buona giornata 😘
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che belli i bambini quando giocano tra loro in libertà, liberi di tutto ciò che ora abbiamo intorno!
dobbiamo perderli di vista… che fatica però! però devono crescere e dobbiamo seguirli allontanandoci sempre un pochino!
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E’ imparare ad allontanarsi la parte più complicata…ma hai ragione, dobbiamo farlo… Ti abbraccio!
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Sei una brava mamma! È giusto lasciarli andare da soli, a piccoli passi, fin da piccoli, in modo che, quando verrà il momento di lasciare il nido, siano pronti a volare. Mi viene da sorridere se penso al tempo lontano in cui mio figlio voleva andare a fare la spesa da solo a quattro anni…
Spenzolata fuori dalla finestra, lo guardavo allontanarsi di pochi metri per raggiungere la bottega, sullo stesso marciapiede di casa mia. Era così piccolo che ordinava “prosciutto rosa” o “prosciutto rosso“ a seconda che si trattasse di prosciutto cotto o crudo e poi diceva: ” Paga mamma!”. Quanta felicità nei suoi occhi quando ritornava! Come si sentiva grande!
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Che bello quello che racconti!!!! Grazie per averlo condiviso qua da me! Un abbraccio!!!
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il tuo racconto mi ha commosso. i bimbi che giocano in strada sono una specie di memoria costante anche della nostra infanzia. L’altra sera ero abbastanza incazzata, camminavo di fretta e sovrappensiero, finchè a terra ho visto un groviglio di disegni fatti coi gessetti colorati, e lo schema di una campana, a cui anch’io giocavo da piccola. questo dettaglio è stato come uno zuccherino nel caffè 🙂
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E’ la materializzazione della felicità… ci ricorda che esiste ancora… Grazie… Ti abbraccio!
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Quando sono venuta ad abitare in questa casa la strada era senza uscita, di conseguenza le uniche macchine che passavano erano “di casa”. Allora eravamo tutti genitori giovani, con due o tre figli a testa che tutti insieme giocavano in strada, d’estate fino alle ore piccole. Ogni tanto qualcuno si affacciava per vedere se era tutto a posto…. Le mie figlie dicono sempre che hanno avuto una infanzia magnifica…Qui ora non c’è più nessun bambino a giocare…sono contenta che il tuo bimbo abbia la stessa possibilità delle mie, è una bella lezione di vita!
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Concordo con te e ne sono felice anch’io, sai? Grazie di esser passata di qua! Un abbraccio!
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già i vecchi tempi, porte sempre aperte sui nostri anni. Una bellissima pagina, tenera e carica d’emozione. Ciao
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Grazie mille!!! troppo buono! Un abbraccio!
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Una storia semplice ma narrata benissimo e ricca di bei sentimenti…
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