Una mattina assolata di inizio primavera e la voglia di una voce amica, intelligente…voglia di poesia, emozioni, musica.
Guido allora, e cerco Guccini, random, gira su Youtube nonostante consumi bite di connessione sul mio cellulare. Non importa in quel momento, mi serve Guccini, ne ho bisogno. Canticchio parole note, vivo emozioni sempre uguali legate a fraseggi perfetti e sublimi di musica e poesia.
Poi arriva lei, una canzone che non conosco, ma che mi trapassa al primo ascolto come i raggi x di una radiografia all’anima.
E sembra subito un dialogo tra tante voci di me che parlo a me stessa, di me che parlo a ricordi lontani, di possibilità fuggite che parlano a me, come vorrei che parlassero ancora.
Capita, a volte, che musica e parole diventino magia e compaiano in versi e note i protagonisti di una vita intera.
E’ successo a me, in una mattina di inizio primavera, soli, io, Guccini, la musica, e me.
Canzone delle domande consuete (Francesco Guccini)
Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente
come se il tempo per noi non costasse l’uguale,
come se il tempo passato ed il tempo presente
non avessero stessa amarezza di sale.
Tu non sai le domande, ma non risponderei
per non strascinare le parole in linguaggio d’azzardo;
eri bella, lo so, e che bella che sei;
dicon tanto un silenzio e uno sguardo.
Se ci sono non so cosa sono e se vuoi
quel che sono o sarei, quel che saro’ domani…
non parlare non dire piu’ niente se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi alle mani.
Non andare… vai. Non restare… stai.
Non parlare… parlami di te.
Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse,
trascinate dai giorni come piena di fiume
tante cose sembrate e credute diverse
come un prato coperto a bitume.
Rimanere cosi’ annaspare nel niente,
custodire i ricordi, carezzare le eta’,
e’ uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente
del diritto alla felicita’
Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perché?
Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?
Esser tutto, un momento, ma dentro di te.
Aver tutto, ma non il domani.
Non andare… vai. Non restare… stai.
Non parlare… parlami di te.
E siamo qui, spogli, in questa stagione che unisce
tutto cio’ che sta fermo, tutto cio’ che si muove;
non so dire se nasce un periodo o finisce,
se dal cielo ora piove o non piove,
pronto a dire “buongiorno”, a rispondere “bene”
a sorridere a “salve”, dire anch’io “come va?”
Non c’è vento stasera. Siamo o non siamo assieme?
Fuori c’e’ ancora una citta’
Se c’e’ ancora balliamoci dentro stasera,
con gli amici cantiamo una nuova canzone…
…tanti anni, e sono qui ad aspettar primavera
tanti anni, ed ancora in pallone
Non andare… vai. Non restare… stai.
Non parlare… parlami di te.
Non andare… vai. Non restare… stai.
Non parlare… parlami di noi.
Bella, non la conoscevo. Io ora sono nella fase Gerschwin, pensa un po’ te!
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