Strana la provincia, fatta di mancate identità, di visi sempre uguali, di posti come casa.
Non mi è mai piaciuta, non mi è mai piaciuta la gente che la abita, non me ne sono mai piaciuti i pensieri condizionanti o il perbenismo di facciata. Ho provato a fuggire, ma mi ha sempre risucchiato, ha costretto la vita a riportarmi indietro e a viverci dentro senza riconoscerla come mia, senza riconoscermi in essa.
È fatta di venerdì sera nella balera sotto casa, la provincia, con l’orchestrina che riesce a storpiare rumori di canzoni già orrende di per sé. E finisci a pensare che sia quasi meglio così…che se ne stiano lontani dalla musica vera. E signori e signore di una certa età vestiti a festa che nemmeno la notte di Natale, che ballano passi antichi e intavolano seduzioni dimenticate che rimandano forse alle vite dei contadini e alle feste nelle aie… a quando ancora c’erano i campi qua intorno, poco più di una cinquantina di anni fa.
E allora, sbirciando lustrini e chignon cotonati mentre prendi il caffè, ti trovi a pensare che tra una decina d’anni, quando il tuo bambino sarà diventato grande e non sarà più lì al tuo fianco, finirai per venirci anche te a ballare il venerdì sera a due passi, reali, da casa, vestita a festa…che forse alla fine sarà meglio che ingrigirsi di solitudine e vecchiaia. E pensandoci finisci che ti trovi anche ad ammettere che forse non sarà poi così male.
La provincia mi sta battendo…alla fine mi avrà, lo sento…
E allora forse quando accadrà sarà normale sentire un signore, entrato con l’ ultima conquista rugosa di inizio balera, chiedere al bardista “Mi dai il gelato che piace a lei?”…indicando la signora cotonata.
Stasera non ce l’ ho fatta…son scappata fuori a ridere…
Almeno fuori ci sono le stelle…e io non sono qua…non ci voglio essere…non ancora…non sono pronta.
Ahahahah bellissimo, mi sa che non hai scampo ma potrebbe piacerti…è vero, col tempo si cambia. 😃
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All’ inizio una cosa non ti piace e poi con il tempo ti viene la voglia di provare
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Forse sono fortunata abitando a Roma, ho il privilegio dell’anonimato e non sono costretta al dover apparire. Bansky infatti dice che l’anonimato è un superpotere.
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Avevo letto le prime due righe e sapevo già che mi sarei identificata con questo articolo, brava!
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Pensa che io riesco a essere invisibile in un paese di 800 abitanti.
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Dipende forse dalle età della vita… Nell’orrore della provincia, in fondo, c’è qualcosa di rassicurante: la speranza di non essere troppo soli al tramonto.
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Il rischio per una come me è di esser soli durante…al tramonto finirò nella balera sotto casa.
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Hai ragione… cerca di evadere ogni tanto, se puoi, lo so in pratica non è facile, il quotidiano con le sue reali limitazioni di tempo ed economiche ci soffoca…
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